DELIRIO LUCIDO DI UNA PSICOTERAPEUTA

delirioDelirio lucido di una psicoterapeuta

scrtto e diretto da Giuseppe Roncioni
con Valeria Bassolino

Ginevra Barbato Ricci è una psicoterapeuta. Ad apertura di sipario accompagna una sua paziente all’uscita, tranquillizzandola con tono materno e convincente. Chiusa la porta, si libera del soffocante ruolo di brillante professionista, trasformando il suo studio – luogo sacro in cui esercita il suo incontrastabile potere sui pazienti – in una involontaria stanza delle torture, dove va in scena la sua inesorabile, delirante, esagerata, grottesca, dolorosa confessione. Ginevra ingaggia una crudele battaglia di sincerità con se stessa, con il proprio corpo “sferico” che da sempre le crea inguaribili problemi di autostima e con un passato tormentato dal giudizio degli altri. Ma, soprattutto, con una madre ingombrante, “perfetta” e crudele, che continua a infestarle la vita. Pur rischiando più volte di crollare psichicamente nel corso del suo sfogarsi, la protagonista non andrà mai a tappeto, trovando il modo per venir fuori dal labirinto dei suoi pensieri. Alla fine si convincerà che la vita stessa è una patologia necessaria, dalla quale non si può guarire. Molto meglio, quindi, rivestire i panni della terapeuta, per regalare agli altri l’illusione di poter stare meglio.
Accordandosi al dissonante aggrovigliarsi di emozioni che caratterizza lo scorrere di ogni vita umana, lo spettacolo mescola momenti dolorosi a numerose situazioni disarmoniche e paradossali, che suscitano un riso inevitabile, amaro, isterico, in grado di attutire, per qualche istante, l’instancabile eco di sofferenza che risuona dentro ognuno di noi.