DI CARNE

di-carneDi carne

Tratto dal romanzo Scimmie, vincitore della 3° edizione del Concorso Letterario Nazionale “Giri di Parole” indetto da Navarra editore, è liberamente ispirato alla figura del giornalista Giancarlo Siani

drammaturgia di Alessandro Gallo
regia di Maria Cristina Sarò
con Alessandro Gallo e Miriam Capuano

Come si fa a raccontare la cattiva fanciullezza, rimanendo adolescenti felici? È questa la domanda che mi sono posta quando ho cominciato a lavorare, registicamente e teatralmente, al romanzo Scimmie. Lo spettacolo parte dal romanzo ma trova nella dinamica scenica la carnalità già insita nelle innumerevoli parole visive che l’autore Alessandro Gallo ci dona senza paura, senza filtro, senza maschera. Tre scimmie. Tre ragazzi degli anni ’80, anni non lontani perché evocativi e interrogativi. La storia di tantissimi personaggi che si aggrappano con la loro carne alla vita, quella e questa vita. La bellezza dell’incontro e la scoperta di una fanciullezza che salva, santifica e rende liberi. La carne dei sogni di adolescenti che vedono la camorra, la annusano, la vivono  e la vincono. La vincono con la spontaneità della crescita e della resistenza ad una terra arida. Personaggi femminili importanti, come Annarella Eva, Zia Titina, che completano il maschile e ne preservano la bellezza. Pummarò, l’io narrante di questa carnalità impulsiva viva ed implosiva. Un ragazzino che corre avanti e indietro lungo una traiettoria di uno sparo che cambia e lo cambia. Eva, la ragazzina già donna ma con in bocca parole semplici come l’amore. E poi Giancarlo, lui Giancarlo Siani. Una rievocazione storica così forte da diventare la carne di Pummarò stesso. La consapevolezza del corpo che cade e rinasce di una nuova carne, di una nuova pelle. Allora ad essere teatrale è l’esempio che diventa il personaggio di un passato e la persona di un presente di carne. In scena Alessandro Gallo e Miriam Capuano, ma mi piace vedere, e non pensare, che accanto a loro ci siano tutti i vestiti pieni della carne di chi ancora vive.
(Alessandro Gallo)