di Manlio Santanelli
diretto e interpretato da Roberto Azzurro
In Per oggi non si cade, il lungo racconto nato per la pagina scritta, ma ricco di spunti rappresentativi — come è immaginabile che sia per una penna avvezza ad esser trasportata sulla scena — Santanelli immagina una Napoli a cui per 24 ore venga sottratta la forza di gravità. Le storie che si generano dall’incepparsi di un meccanismo naturale non sono poi così lontane da quelle che tutti i giorni i napoletani si trovano a vivere in una città in cui tutto sembra andare nel verso opposto rispetto a quello che è il corso naturale degli eventi (in qualsiasi altra città del mondo). Il fenomeno della sospensione della forza di gravità esercita infatti sull’immaginario dei napoletani un incontrollabile frenesia, che si traduce in un incomposto desiderio di liberarsi di ogni cosa ritenuta superflua – in prima istanza la “monnezza” – consegnandola all’etere che la conserva a mezza altezza o l’affiderà al vento, dando così luogo a migliaia di improbabili aquiloni (anche umani).
In forza di questo nuovo sistema di smaltimento dei rifiuti, la città di Napoli si troverà sotto una coltre di oggetti e materiali d’ogni genere, in un carnevale di esibizioni narcisistiche, di rivolte contro ogni norma a presidio di convivenza civile, e di altre manifestazioni dovute alla illimitata fantasia della popolazione. Purtroppo la situazione è destinata a durare soltanto un giorno; e così, quando la forza di gravità “riprenderà servizio”, l’intera cittadinanza dovrà fare i conti con il crollo di quella eterogenea coltre venutasi a formare a causa del suo irresponsabile comportamento.