UN UOMO PICCOLO

abce8316Un uomo piccolo
da Gli ultimi giganti di Francis Place

adattamento di Alessandro Giràmi
con Massimiliano Foà

Non è facile raccontare questo spettacolo.
Come si fa a raccontare in due righe un viaggio. Una storia che i più forse considereranno solo il frutto della fantasia di un bravo scrittore. Parole che portano l’ascoltatore attento a scavare in quelle che sono le piccolezze dell’essere umano?
Solo due righe per descrivere la determinazione di un uomo che tramite un oggetto, un dente di gigante comprato da un vecchio marinaio incartapecorito dalla vita, sfida se stesso e l’immobilità degli uomini?
Come si fa in poche righe a parlare di come il viaggio, del muoversi per conoscere, possa cambiare così tanto un uomo.
Bastano due righe per descrivere la prepotenza e la capacità di distruzione di una cultura diversa dalla nostra?
No, non bastano.
Una storia va ascoltata dalla prima all’ultima riga.
Questa è la storia di Archibald Leopold Ruthmore, un viaggiatore scientifico che si rispetti.

Ho incontrato Massimiliano Foà nel 2004 e dopo aver lavorato due anni nella stessa compagnia sfidando le sorti di un mestiere difficile come lo è quello del teatro, le nostre strade, pur avendo poi fatto viaggi diversi, non si sono mai separate.
Per questo, quando mi chiese di scrivere l’adattamento de Gli ultimi giganti, un viaggio alla ricerca di un luogo ritenuto da tutti il frutto di una leggenda, non ho esitato un solo attimo ad accettare.
Il protagonista di questo viaggio è Archibald Leopold Ruthmore, un viaggiatore che da un marinaio compra un dente di gigante. La storia che gli viene raccontata ha una tale grandezza, che, unita alla sua altrettanto grande curiosità, lo spinge a partire alla scoperta di quelle giganti creature.
Come in ogni viaggio le caratteristiche principali di esso sono l’ignoto, la curiosità, la tenacia, la sopravvivenza in ambienti ostili, il credere fino in fondo a ciò che è il proprio pensiero ma, soprattutto, l’avere una grande consapevolezza del proprio essere.
Questo è un viaggio difficile, come lo sono tutte le grandi imprese.
A distanza di molto tempo dalla sua avvenuta e dopo anni di silenzio, Archibald Leopold Ruthmore decide di raccontarlo un’ ultima volta.
Perché sa bene che l’eredità, da piantare nel cuore della vita, non spetta alla materia, appartiene alla sua storia.
(Alessandro Giràmi)