POCHE STORIE

con Gea Martire
e Lello Ferraro, tammorra, chitarra e voce

*spettacolo di prosa*

Uno spettacolo vivace, intenso, denso, interpretato da Gea Martire. Con musica. L’inizio è una tammorra. Nella scia di note battenti rotoliamo in altri mondi e possibilità, in storie che, tuttavia, conservano la crudezza di questo mondo e delle nostre impossibilità. Tre in tutto: la storia di mastu Francesco – da una raccolta di racconti orali della tradizione contadina – curata da Roberto De Simone; quella di una madre tormentata dal mal di denti e dalla cocente delusione di una figlia senza speranza, tratta da Mamme. Piccole tragedie minimali di Annibale Ruccello; per concludere con la graffiante scrittura di Manlio Santanelli surreale, ironica, nell’esplosivo monologo tratto da Il mio cuore nelle tue mani, quelle di San Gennaro, in vena di bizzarrie.

La tammorra, la chitarra e la voce di Lello Ferraro si infilano, a tratti, nelle parole e arricchiscono i racconti di suggestioni evocative e teneri sberleffi.

Riunirsi per ascoltare una voce, capace di condurre altrove attraverso la magia di racconti, è cerimonia antica che si svolgeva intorno al fuoco di una stanza, di un cortile, di una stalla. L’intento di Poche storie è interessare, incuriosire, divertire per un’ora e dieci minuti, catturare l’attenzione di chi ascolta, come avveniva un tempo, quando ancora non c’era da combattere con squilli di cellulari, messaggi e Whatsapp.