L’ABERRAZIONE DELLE STELLE FISSE

di Manlio Santanelli
con Imma Villa e Roberto Maria Azzurro

*mise en lecture*

Antonino e Priscilla, rispettivamente fratello e sorella, lui sulla cinquantina, lei di poco più grande, coabitano da sempre nella casa che fu dei genitori. Lunghi anni di confidenza e di riti quotidiani meticolosamente rispettati, dal caffè del buon mattino alla camomilla della buona notte, hanno consentito che tra loro si instaurasse e si stratificasse un vincolo tanto saldo quanto sottilmente perverso, all’interno del quale nessuno è mai riuscito ad inserirsi.

E l’esistenza dei due maturi fratelli scorre relativamente serena, fondata com’è sulla rinuncia e sul controllo pressoché totale dell’uno sull’altra. Ma è soltanto apparenza: presto la situazione mette in luce un doppio fondo di veleni e di rancori più o meno abilmente repressi. Tanto malessere, truccato a volte da senile stravaganza. Ricatti e inganni finiscono per diventare pane quotidiano. La casa-limbo si trasforma in casa-inferno.

E non poteva andare diversamente, visto che Antonino e Priscilla, pur mostrando di possedere una certa dimestichezza con l’ironia e con il paradosso, ormai nel profondo desiderano soltanto la loro distruzione.

E comunque si ride.