IL VANGELO SECONDO PULCINELLA. LA NATIVITÀ

di e con Michele Danubio

Nuova drammaturgia

Di certe favole non si può mai dire per certo se sono frutto della fantasia o se raccontino fatti realmente accaduti. Sebbene sia certa la mano dell’autore, non potremo mai assicurarci che quelle parole non siano state ispirate a testi sconosciuti, antichi manoscritti, autentiche testimonianze. E quantunque questo fosse impossibile non vogliamo rinunciare al diritto di credere che sia tutto vero, che la fiaba sia null’altro che il racconto preciso di ciò che né la ragione, né la Storia hanno voluto confermare. Quando poi a raccontare è una figura in bilico tra il reale e l’irreale, il Sacro e il Profano, metafora e personaggio, uomo e fantasma come Pulcinella, allora siamo quasi certi dell’onestà del narrato, riguardasse anche l’Origine delle Specie o la Creazione del Mondo. Comprendo che altra cosa è contare tra i quattro Vangeli un quinto. Ma tant’è, non ci sono e non possono esserci limitazioni di principio, date per possibili tutte le verità, non se ne può escludere nessuna: Pulcinella ha probabilmente partecipato alla Natività e nulla può affermare il contrario. Vero è che il suo racconto non contraddice quello dei suoi autorevoli colleghi evangelisti, anzi, lo completa in una visione napolicentrica.

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